«Non finirei mai se dovessi enumerare tutti i nuraghi e tutte le tombe dei giganti che si incontrano nella pianura dominata dalla catena del Marghine. Però non potrei passare sotto silenzio il curioso monumento di Tamuli che si trova dall’altra parte di Macomer, a una buona mezz’ora dal paese, andando verso sant’Antonio. Si trova anzitutto il nuraghe di Tamuli, costruito sulla roccia basaltica in forma grossolanamente prismatica, vicinissimo a due tombe dei giganti, una delle quali si nota per le sei pietre fitte coniche di cui tre lisce mentre nelle altre si distinguono due mammelle. Queste pietre, evidentemente maschili e femminili in base agli attributi di queste ultime, sono di grande interesse per l’archeologo che desideri iniziarsi alle credenze religiose dei popoli cui si devono monumenti simili che, a mio avviso, non possono essere altro che tombe; infatti al loro interno sono state trova talvolta ossa umane, armi e oggetti risalenti a epoche molto remote».
Così Alberto Della Marmora, nel suo famoso “Itinerario dell’Isola di Sardegna” del 1860.
In realtà si scoprì poi una terza tomba dei giganti. Tra le tombe, quella più importante è la tomba I. In buone condizioni di conservazione, presenta un’ampia esedra, ancora intatta, al cui centro si trova l’ingresso alla camera funeraria, costituito da una lastra trapezoidale forata. Lungo il semicerchio dell’esedra è presente un sedile formato da 27 blocchi. Nell’area dell’esedra e intorno alla tomba sono visibili il chiusino e numerosi conci finemente lavorati e di varia forma, elementi che connotano la bellezza del monumento.
I betili ci sono ancora, di forma conica, tre maschili e tre femminili, conosciuti localmente col nome di pedras marmuradas. I tre di maggiori dimensioni, provvisti di due bozze a forma di mammelle, rappresentano l’elemento femminile; gli altri tre, completamente lisci, simboleggiano l’elemento fallico maschile.
Il nuraghe, situato a breve distanza su un affioramento roccioso, è di tipo complesso, composto da una torre centrale di forma circolare e da un bastione, che originariamente racchiudeva due torri. Tutt’intorno al nuraghe si sviluppa il villaggio, nel quale sono ancora perfettamente integre sei capanne, con pianta ovale allungata e copertura formata da lastre piatte, sistemate così dai pastori utilizzando le pietre di crollo delle sottostanti capanne circolari.
Fonti: www.esedraescursioni.it
Come arrivare: da Macomer prendere le indicazioni per sant’Antonio e seguire la cartellonistica.
Google Maps: https://goo.gl/maps/4ogmkZspyMFwCKPD8
L’area è aperta tutti i giorni, con orario continuato dalle 9:30 fino a 30 minuti prima dell’imbrunire.
La gestione è della Esedra Escursioni.
Per info: 347 9481337 o [email protected]
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