
Oschini: il nuraghe più grande di Ghilarza.
Si tratta di un quadrilobato che fino a poco tempo fa era immerso in un bosco fitto, ricco di olivastri monumentali.
Purtroppo nel 2013 nella zona ci fu un grosso incendio che bruciò quasi quattromila ettari di macchia mediterranea, sugherete, lecceti e pascoli. L’incendio, che interessò Paulilatino, Ghilarza, Boroneddu e Soddì, coinvolse anche l’area di Oschini, bruciando gli olivastri monumentali. Attualmente la vegetazione sta pian piano ricrescendo, come si vede dalle foto con il drone.
L’incendio viene ricordato anche e soprattutto perché in quell’occasione perse la vita un allevatore ghilarzese di 52 anni, nel disperato tentativo di salvare il proprio bestiame.
Tornando al nuraghe, le torri angolari «lasciano spazio in corrispondenza della fronte del mastio ad un ampio cortile ad un ampio cortile, le cui pareti però (unitamente a quelle della torretta anteriore destra) sono le più degradate dell’intero complesso. La torre centrale, del diametro di circa 14 metri, formata da grossi poligonali di basalto, presenta la parte alta del parametro esterno frontale rovinata; per il resto si mantiene in soddisfacente stato di conservazione».
L’ingresso, ben praticabile, presenta la scala sulla sinistra mentre «dalla nicchia di destra inizia uno stretto condotto in salita che conduce ad un piccolo vano sovrastante il corridoio. Lungo la scala principale, poco prima dell’attuale sbocco all’esterno, c’è un pozzetto (dove è presente una scala metallica).
Fonte: M. Sequi, “Nuraghi. Manuale per conoscere 80 grandi torri megalitiche della Sardegna”, Multigrafic editore, 1985.
Come arrivare: https://goo.gl/maps/m33bSrhvW1mY1xo37
Dalla 131, andando verso Nuoro, svoltare alla prima uscita per Abbasanta e Fordongianus. Al km 15 della SP23 svoltare a destra su una strada asfaltata (è presente apposito cartello). Dopo 3 km, sulla destra, troverete il nuraghe.