Il nuraghe Santa Marra di Busachi e la leggenda del tesoro sepolto
Vicino alla diga Eleonora d’Arborea, in territorio di Busachi (qua alcune foto: https://www.facebook.com/media/set?vanity=scorcidisardegna&set=a.154548236587238), c’è un altro gigante sepolto: il nuraghe Santa Marra, il cui nome è legato ad una leggenda popolare, che riportiamo più avanti.
Si tratta di un nuraghe complesso, con cinque torri e una possente cinta muraria, ricoperta di vegetazione, provvista di torrette agli angoli, che raggiunge i due metri e mezzo d’altezza. La planimetria, pensate un po’, di tipo trilobato a profilo concavo-convesso, ricorderebbe il santu Antine di Torralba e il Losa di Abbasanta.
Al nuraghe è legata, come detto, una leggenda popolare che racconta le vicende di un contadino di Busachi, tale Battista Cau, vissuto nei primi decenni dell’800, periodo di grave carestia causato dalla lunga siccità.
Battista venne a conoscenza della presenza di un grosso tesoro sepolto nel nuraghe ma custodito da spiriti maligni e ne confidò il segreto all’amico pastore Salvatore Pala.
Quest’ultimo «si recò da una “pratica” del Marghine, che lo istruì sui rituali da compiere per poter aggirare la protezione dei custodi soprannaturali, quindi si recò da solo all’antico monumento riuscendo a trovare il forziere carico di pietre preziose e monete d’oro. Cercò in tutti i modi di trascinare il pesante baule fuori dai bui corridoi ma i guardiani gli fecero pagare amaramente il fatto di aver truffato Battista, cercando di tenere per sé il tesoro».
Salvatore infatti scomparve senza lasciare traccia e c’è chi dice che ancora oggi, nei pressi del nuraghe, tra le sue ancestrali pietre, si possa udire una voce spettrale che avverte: “Chie tottu ddu chere, tottu ddu perde” (chi tutto vuole, tutto perde).
Noi dentro il nuraghe non siamo riusciti ad entrare dentro (l’unica apertura che vedete è quella della foto, poco sicura, che ci risulta “peggiorata” negli anni) ma leggiamo dal sito del Comune di Busachi che il nuraghe avrebbe diversi ambienti collegati da lunghi corridoi. Intorno sono riconoscibili i basamenti di abitazioni e un piccolo pozzo alimentato da acqua sorgiva, nascosto tra il lentisco e gli olivastri.
Curiosa la presenza di diversi, più di 15, cumuli di pietre attorno al nuraghe, che si possono identificare dalle foto con il drone.
È stato documentato, per via del ritrovamento di vasellame di età repubblicana (ceramica a vernice nera) e di ceramica del periodo imperiale, l’utilizzo dello stesso in età romana.
Fonte Leggenda: www.contusu.it
Fonti informazioni: sito Comune di Busachi, F. Floris, P. Floris, G. Aresi, S. Sini, Busachi. Le radici la memoria, S’Alvure Editrice
Come arrivare: le coordinate sono 40°1’2″N,8°51’11”. Bisogna prendere una deviazione tra la strada che collega Ghilarza con Fordongianus. Dalla 131 è possibile passare da Paulilatino. Abbiamo inserito la posizione anche su Google Maps: https://goo.gl/maps/vG3V9yTDweGxA6ce7
Siti vicini: vicino al nuraghe vi è la domus di Grugos, famosa per avere una protome taurina. Purtroppo la domus non è visitabile in quanto è stata sommersa dalle acque del lago Omodeo.