Il toponimo Nurallào, pronunziato Nuradda, trova riscontro nel nome dei Nuraghi: Nuraddèi di Guasila, Nuraddèo di Suni, Nuragaddu di Porto Torres e nell´appellativo muradda (Bortigali e Dualchi). Nurallao deriverebbe quindi, secondo quanto riportato sul sito del Comune, la sua denominazione dall’antico vocabolo nuragico-etrusco nura, mura, ”mucchio” ed il suo originario significato effettivo potrebbe essere stato ”muraglia”.
Nel suo territorio vi sono diverse fornaci per la calce e diversi giacimenti di argilla. I ”nuradhesusu” (così chiamati gli abitanti) divennero noti in gran parte della Sardegna per la le tegole, mattoni, brocche, vasi e conche per la panificazione ed il paese conosciuto anche come ”sa ‘idda ‘e is frascus”.
Ed è proprio in una delle diverse cave, in particolare quella sita in località Nieddìu, che è possibile trovare i resti di un pozzo sacro di età nuragica, appunto il pozzo sacro di Nieddìu (o Nieddu).
Per arrivare al pozzo bisogna appunto attraversare tutta la cava: il paesaggio circostante è completamente distrutto ma il pozzo si è parzialmente salvato.
Il pozzo è di epoca nuragica ma la presenza di rinforzi edilizi in calce ne suggeriscono fasi edilizie di epoca punico-romana.
Il pozzo è posto nelle vicinanze di un nuraghe, il nuraghe Nieddìo, di cui rimangono poche tracce.
Fonte informazioni: sito Comune di Nurallao, sito GAL Sarcidano
Come arrivare: da Nurallao prendere la strada verso il Parco di Funtana Is Arinus. È presente apposita segnaletica e per arrivare al pozzo troverete (se saranno rimaste quando andrete) anche delle frecce di pietra https://maps.app.goo.gl/JSmNWxydt72x77i28