Sa Perda Longa, Serrenti

«Prima di arrivare a Serrenti, quando comincia la salita, a sinistra della strada si vede un grosso roccione isolato che si erge in mezzo a una specie di pianoro; è sormontato da una croce e viene chiamato Perdalonga (“Pietra lunga”)».

Così La Marmora nel suo Itinerario dell’Isola di Sardegna, nella fine dell’800.

Perda Longa (o Pedra Longa) è ancora lì (a sinistra andando verso Cagliari), ben visibile dalla 131.

La croce, com’è possibile vedere, non c’è più.

Perché ne parliamo in questa pagina? Perché secondo taluni è considerato un menhir.

Si sottolinea infatti l’utilizzo come “pietra sacra” basandosi anche sulle coppelle presenti nel più piccolo dei roccioni e sui resti di strumenti in ossidiana e di ceramiche rinvenuti tutt’attorno.

La Marmora, ai suoi tempi, lo escludeva e scriveva: «Non bisogna confonderlo con i menhir o monoliti fatti dalla mano dell’uomo, ai quali si dà lo stesso nome. La Perdalonga è un affioramento naturale di roccia ignea, che probabilmente è fuoriuscito allo stato magmatico e incandescente attraverso un crepaccio del suolo; non è concepibile che una volta facesse parte di un massiccio e che i materiali che lo componevano siano stati asportati da una potente azione di denudamento».

Negli anni non si è escluso però l’utilizzo della roccia come menhir naturale (Cfr. D. Carta, Tracce della presenza umana nel territorio di Serrenti in età romana nel contesto del Campidano centro-orientale o Cfr. sito Museo archeologico di Cagliari, sezione Serrenti).
L’altezza della roccia grande è di 8,25 mt.

Si ipotizza altresì che un villaggio nuragico si doveva trovare ai piedi di Monti Mannu, nell’area oggi occupata dal Deposito dell’Aeronautica, proprio vicino a Perda Longa,

Attorno a Sa Perda Longa sono state inoltre tramandate diverse leggende: una leggenda rivela che le pietre rappresenterebbero una famiglia, composta da padre, madre e figli. Un’altra leggenda narra che le pietre rappresentano una prigione per delle streghe.

Come spesso capita, c’è chi nella roccia grande vede un viso (prospettiva della prima foto).

Fonti:
-D. Carta, Tracce della presenza umana nel territorio di Serrenti in età romana nel contesto del Campidano centro-orientale;
-D. Cartam Biddas e nuraxis de su sattu de Serrenti de su Brunzu de mesu a su Ferru I;
-A. La Marmora, Itinerario dell’Isola di Sardegna;
– sito Museo archeologico di Cagliari, sezione Serrenti.

Come arrivare: da nord prendere il bivio dopo la loc. Villasanta, da sud prendere le prime indicazioni per Furtei. Nelle vicinanze vi è il Deposito dell’Aeronautica. Coordinate: 39°30’54″N 8°56’57″E.


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