Santuario nuragico di Abini, Teti

Se andate (o tornate) al museo archeologico di Cagliari, prestate attenzione ad un’ampia vetrata piena di bronzetti nuragici: provengono tutti dal santuario Abini di Teti.

Abini è sicuramente uno dei siti maggiormente rappresentativi della produzione bronzistica di età nuragica e non solo!

Da Abini proviene ad esempio una delle figure più note: il demone-eroe (o demone) con quattro occhi e quattro braccia, la cui riproduzione ingigantita troviamo proprio nella strada principale di Teti, ad accogliere i visitatori (qua la foto https://www.facebook.com/nuragando/photos/a.689101564885168/1403244230137561/)

Le prime statuine di bronzo vennero scoperte nel 1865 e a darne notizia fu il Canonico Spano, che curò una dettagliata descrizione di alcuni reperti recuperati. La notizia del ritrovamento scatenò purtroppo una devastante caccia al tesoro che portò alla distruzione di pregevoli e singolari edifici di culto e allo sconvolgimento degli strati archeologici.

Il santuario, con a fianco i resti di un vasto villaggio, si trova presso un’ansa del fiume Taloro, il principale affluente del Tirso nella sua parte mediana, una posizione senz’altro strategica. È caratterizzato da un «possente temenos realizzato in muratura, di forma tendenzialmente ellittica e con un’articolazione in due settori esposti a est e a ovest, e da una struttra a pianta circolare e originaria copertura a tholos, oggi residua nei soli filari di base».
Purtroppo della fonte nuragica rimane ben poco. L’edificio doveva essere chiuso da una cupola, andata completamente distrutta.
Il villaggio fu indagato negli anni 1929-30 in parte da Antonio Taramelli, il quale individuò una trentina di strutture abitative quasi tutte circolari.
Interessante è la gradinata di accesso ad una delle capanne, che permette di superare il dislivello tra il piano di campagna e l’interno dell’abitazione.

Tra le strutture del villaggio sono da annoverarsi, oltre alle classiche circolari, alcune con piante allungate non circolari.

Le testimonianze rinvenute ad Abini sono tantissime e non si fermano solo ai bronzetti: di particolare interesse è un tipo di pugnale ritrovato, fuso in un unico pezzo, che presenta un’elsa riccamente decorata da trattini incisi, linee verticali, motivi a “spina di pesce” e da una figurina umana maschile in rilievo che mostra braccia sollevate e capo dotato di casco cornuto.

Fonte:
M. Tatti, Il santuario nuragico di Abini a Teti: storie di un sito, di uomini e di un demone-eroe.
M.A.Fadda, L’architettura dedicata al culto dell’acqua, in Sardegna nuragica. Storia e materiali.

Come arrivare: Da Teti si va per il lago Benzone. Dopo aver percorso circa 10 km, si svolta alla destra e si continua per altri 2 km fino ad uno spiazzo. Dal cancello in legno si può accedere al villaggio nuragico. Per le visite è possibile contattare il museo archeologico di Teti.

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