
La prima volta che andammo alla tomba dei giganti di Siddi fu diversi anni fa (forse il 2011) per un concerto di Paolo Fresu, tappa del suo tour “50 anni suonati”, in cui il trombettista sardo si era esibito in diversi luoghi significativi dell’isola. Il concerto fu al tramonto, eravamo tantissimi, tutti seduti per terra, rapiti dalle musiche di Fresu e di altri due artisti (Gavino Murgia e Bebo Ferra), attorno a questa maestosa tomba dei giganti, mentre il sole tramontava deliziandoci di morbidi colori.
Il nome è comune, tra i posti della Sardegna: Sa d’omu ‘e s’orcu (si pensi a Sarroch, Domusnovas, Siliqua etc.). Come nelle migliori tradizioni fantastiche, una costruzione così grande faceva pensare ad un’abitazione di un orco, solitamente descritto come un essere di grossa statura, con braccia lunghe e pelose, dotati di grande forza.
A Siddi ci siamo tornati quest’anno, dopo aver visitato tantissime altre tombe dei giganti in tutta la Sardegna. E così abbiamo potuto ancor più apprezzare questo bellissimo monumento, situato in un posto ameno che trasmette pace e serenità.
Si tratta di un monumento maestosto, ottimamente conservato. E’ una tomba del tipo con fronte ad esedra a filari, con il corpo tombale, absidato, disposto lungo l’asse SE-NO, lungo ben 15,20 metri.
Sembra di entrare in un nuraghe a corridoio: l’opera muraria è costituita da blocchi di basalto di medie dimensioni ben lavorati e disposti a filari regolari. La particolarità dell’esedra (18,00 mt di ampiezza), dall’andamento curvilineo e marginata in origine da un bancone sedile di cui residuano poche tracce, deriva dal fatto che i blocchi che compongono i tre filari di base presentano dimensioni inferiori rispetto a quelli che costituiscono i filari superiori. Una leggera risega, presente nella parte superiore del blocco centrale del quinto filare, fa supporre che il blocco mancante del sesto filare potesse essere centinato. L’ingresso al monumento (m 1,00 di larghezza), orientato a Sud est, si apre al centro dell’esedra ed è sormontato da robusto architrave segnato al centro da una profonda fenditura. Subito dopo l’ingresso è presente, sulla sinistra, un nicchione sopraelevato che misura m 1,50 x 0,80 x 1,10 di altezza. L’opera muraria della camera funeraria, di pianta rettangolare (m 10,00 x 1,25 di larghezza) e sezione ad ogiva tronca (m 2,50 di altezza), è costituita da blocchi parallelepipedi di dimensioni inferiori nei filari di base – rinzeppati per regolarizzare i piani d’appoggio – aggettanti e disposti a filari regolari. La parete di testata è data da un’unica lastra infissa a coltello.
Lo scavo stratigrafico ha posto in evidenza un letto di piccoli ciottoli, sul quale giacevano i resti frammentari dei corredi funerari costituiti prevalentemente da reperti ceramici attribuibili al Bronzo Medio (XVI secolo a.C.).
Si è ipotizzato che, sulla base di quanto riscontrato nello scavo di analoghi monumenti, la camera funeraria potesse contenere fino a trecento deposizioni, accumulate progressivamente nei tempi successivi alla sua costruzione.
Informazioni tecniche su: Sito Sardegna Cultura
Altre informazioni: l’area non è gestita ed il monumento è visitabile liberamente.
Per chi vuole usufruire di visite guidate è possibile contattare la Cooperativa Villa Silli di Siddi.
Come arrivare: dalla SS 131 prendere la deviazione all’altezza di Sardara e prendere le indicazioni per Collinas/Villanovaforru/Lunamatrona, finno ad arrivare a Siddi. Prendere la circonvallazione e salire sino all’area archeologica, opportunamente segnalata (anche su Maps)