Tomba dei giganti di Santu Bainzu, Borore

Nel 1908, D. Mackenzie, presentando le foto di P. Mackey delle stele di Imbertighe e di Santu Bainzu, riferendosi a Santu Bainzu scriveva che «l’imponente lastrone frontale è ancora intatto, ma quasi tutto il restante materiale del monumento è stato tolto per giovarsene nella costruzione delle dighe circostanti».

L’imponente stele fu in seguito spezzata in più parti da un fulmine e venne restaurata negli anni ’60 ad opera della Soprintendenza archeologica di Sassari.

La tomba dei giganti è del tipo dolmenico con stele centinata monolitica, disposta lungo l’asse SE-NO e con ingresso a SE.

Rilevata dal Lamarmora, che nel suo disegno mostra ancora in situ gli ortostati dell’esedra che invece non sono più presenti in un successivo
schizzo planimetrico effettuato dal Mackenzie, la tomba conserva attualmente, solo in parte, le fiancate del paramento esterno e del corridoio
funerario.

Sulla base degli elementi desumibili dal disegno del Mackenzie, il Lilliu ha calcolato le misure originarie del monumento: lungh. m 13,70; largh.
massima m 13,70; corridoio funerario m 6,40 di lunghezza e m 1,10 di larghezza; sup. m 7,04.

La stele ha forma vagamente ellittica – nel senso che tende a restringere nelle due estremità – ed è alta m 3,24 con una larghezza massima di m 2,02.

Al di sopra del portello è visibile una coppella di forma ellittica (m 0,15×0,8; prof. m 0,6), mentre altre due coppelle circolari si trovano nella lunetta superiore (m 0,6×0,5; prof. m 0,5; m 0,8×0,7,5; prof. m 0,6.

Fonte informazioni: A. Moravetti, Ricerche archeologiche in Marghine-Planargia.

Come arrivare: è posta a breve distanza dalla chiesetta campestre di S. Gavino e ad un centinaio di metri a nord ovest dal Nuraghe Toscono, con il quale era in stretta relazione culturale.
https://goo.gl/maps/1k6xqvYhyNpoVsTU9.