Nuraghe San Pietro di Sorres, Borutta

Non tutti sanno che a fianco alla famosa chiesa di san Pietro di Sorres, poco lontano dall’abside, vi è nientemeno che un nuraghe polilobato (e anche due domus de janas).

Il nuraghe è stato costruito in calcare locale di colore bianco-cenere, almeno per quanto riguarda la base, mentre al suo interno e nelle vicinanze sono presenti alcuni conci trapezoidali di basalto, che erano presumibilmente collocati nelle parti sommitali dell’edificio.

L’edificio è stato interessato da due fasi costruttive: il primo impianto in epoca protostorica; successive integrazioni e modifiche in epoca storica (periodo romano imperiale e periodo altomedievale).

Durante gli anni ‘50 del secolo scorso alcune proprietà fondiarie e l’uso liturgico della chiesa Cattedrale di S. Pietro furono date in concessione dall’Arcivescovo di Sassari ai monaci Benedettini di Subiaco assieme all’autorizzazione per riedificare il nuovo monastero sui ruderi della canonica. Le opere di ricostruzione dei ruderi del complesso medievale iniziarono immediatamente e con esse si presentarono anche una serie di problematiche legate al rinvenimento di un’ingente quantità di materiale archeologico di varie epoche.

Fu necessario un tempestivo intervento di tutela da parte delle autorità locali e della Soprintendenza Archeologica che si attivarono per ridurre al minimo i danni e preservare l’interesse storico-archeologico del sito.

L’avanzamento dei lavori di ricostruzione mise in evidenza una quantità sempre maggiore di reperti richiedendo un intervento di salvaguardia ancor più incisivo; la difficoltà maggiore era quella di conciliare l’emergenza archeologica con la costruzione dell’edifico monastico.

Nel luglio 1952, probabilmente durante la costruzione del basamento della pala eolica per la produzione di energia elettrica, Padre A. Lanzani «mette alla luce un edificio nuragico».

Fonte informazioni: P. P. Soro, Il nuraghe San Pietro in Loc. Sorres, Borutta.

Come arrivare: il nuraghe è proprio accanto alla chiesa di Sorres. Purtroppo l’area è recintata e non è possibile visitarlo liberamente.

Album fotografico

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