Il sito di Bingia ‘e Monti di Gonnostramatza è noto soprattutto perché all’interno di esso, ed in particolare all’interno della tomba ipogeico-megalitica, è stata trovata una collana d’oro (più precisamente una torque).
La collana d’oro è pertinente alla fase Campaniforme e non ha eguali in tutta l’Italia per lo stesso periodo.
Bingia ‘e Monti è però molto di più: è un complesso archeologico di notevole interesse perché ha restituito vari monumenti pertinenti alle fasi dall’Eneolitico all’età del Bronzo: un abitato Eneolitico ascrivibile alla cultura di Monte Claro, una tomba ipogeico-megalitica utilizzata dall’Eneolitico finale al Bronzo Antico, una tomba dei giganti e un nuraghe del Bronzo Medio.
La tomba ipogeico-megalitica (prima foto) è sicuramente il monumento più importante. La struttura è di tipo misto, con una parte antistante di forma irregolarmente quadrangolare.
L’importanza e l’unicità di questa tomba sono date soprattutto dalla stratigrafia che mostra i momenti di passaggio tra Monte Claro, Campaniforme e Bonnanaro, dall’Eneolitico al Bronzo Antico che sono ancora oggetto di discussione tra i ricercatori.
Ha una formula architettonica originale, a metà tra l’ipogeismo ed il megalitismo.
È stata interpretata perciò come una probabile domus de janas nel suo primo impianto, questa sarebbe poi crollata e successivamente ristrutturata sulla fronte, con l’addossamento di una struttura megalitica d’ingresso.
Al suo interno furono rinvenuti diversi resti scheletrici. Lo scavo ha permesso inoltre di documentare diverse pratiche manipolatorie dei resti scheletrici, intrepretate «come il risultato di un rituale funerario codificato, riconducibile all’esigenza della comunità dei viti di certificare definitivamente il passaggio dei propri defunti al mondo dei morti».
Essa fu scavata dal Prof. Enrico Atzeni tra gli anni 1990-91, allora docente di Antichità Sarde presso l’Università di Cagliari.
Nelle vicinanze i resti di una tomba dei giganti nuragica, la cui lunghezza del vano interno è di 5.80 mt. x 1.10 mt.
L’interesse per Bingia e Monti nasce in realtà dal nuraghe, noto da Lilliu e da Puxeddu, che lo chiamavano Su Seddargiu, dal nome della località in cui sorge. Sono infatti del 1982 le prime richieste di scavi della zona.
Il nuraghe è un monotorre con una sola camera di cui residuano solo pochi filari in pietra basaltica; addossato alla torre un piccolo cortile sub-ellitico.
Il monumento va a poggiare direttamente sui resti di un abitato Eneolitico Monte Claro, di cui sono emerse due piccole strutture abitative circolari in muretti a secco.
La torque d’oro trovata nel sito di Bingia ‘e Monti, all’interno della tomba ipogeico-megalitica.
La collana ritrovata nello strato Campaniforme della tomba costituisce un unicum in Sardegna ed in Italia poiché non ci sono confronti per il periodo a cui essa è attribuita, ovvero all’Eneolitico Finale.
Elemento che rende particolare questa collana è appunto il materiale con la quale venne prodotta, l’oro. Questo metallo infatti è scarso nei contesti preistorici italiani, nel periodo tra l’Età del Rame e il Bronzo Antico i manufatti ritrovati sono infatti molto pochi e la quantità di questo metallo è dunque poca.
La collana di Bingia’e Monti è una piccola torque in una lega naturale di oro e argento chiamata comunemente elettro. Si presenta di colore giallo pallido, a verga piena e sezione circolare di circa 2mm di diametro, con le estremità appiattite e ricurve verso
l’esterno, è lunga 295mm e ha un peso di 11,46g.
Le analisi hanno rivelato che, come già ipotizzato, il manufatto è composto da una lega d’oro e argento contente rame come principale impurità.
Fonti informazioni: Cristina Concu, Bingia’e Monti – Gonnostramatza. Un sito archeologico tra l’età del Rame e l’età del Bronzo, tesi di laurea A.A. 2016/2017, corso di laurea in Beni Culturali, Università degli Studi di Cagliari;
Mauro Perra, La tomba ipogeico-megalitica di Bingia ‘e Monti, in La Preistoria in Sardegna, a cura di Tatiana Cossu e Carlo Lugliè.
Come arrivare: la tomba è situata sul versante di una collina a circa 2 km in linea d’aria dal moderno abitato di Gonnostramatza. Dal paese proseguire verso sud, verso la SS131 https://maps.app.goo.gl/Kr8iN6rE6YkWmVhC7. Il sito è in un terreno privato. Si ringraziano i proprietari per l’accesso e la disponibilità.